domenica 13 settembre 2015

La mantovana di Prato

Ma la mantovana di Prato è di Mantova o di Prato? Ci sono un po' di leggende a riguardo, e tra un po' ve ne parleremo.

Prima una breve introduzione al dolce, non distraiamoci da questo spettacolo di semplicità e bontà. Semplicità  perché  ci vogliono pochi semplici passaggi per prepararla, bontà perché vuoi l'aroma del limone, vuoi le mandorle, vuoi i pinoli, il gusto che ne esce è delicato e intenso al tempo stesso.

Ma veniamo all'origine. Mantova o Prato? Ci sono tre teorie:
  1. Si racconta che la ricetta della "mantovana" fosse un lascito, alla corte De'Medici, di Isabella d'Este che a 16 anni nel 1490 sposò Francesco II Gonzaga, divenendo così Marchesa di Mantova.
    La Marchesa nel 1514 fu ospite di papa Leone X a Roma, città in cui tornò più volte negli anni a venire. In quelle occasioni Isabella d'Este scelse Firenze come città di transito.
  2. Prato, come la città di Mantova, fu dominio dei longobardi: potrebbe essere un'altra spiegazione del nome, ricondotto a quel particolare periodo storico.
  3. Un'altra teoria sull'origine del nome narra che nel 1875 due suore di Mantova in pellegrinaggio verso Roma per il Giubileo furono ospitate da Antonio Mattei, e queste per ringraziarlo gli donarono la ricetta della torta Mantovana.
[Fonte: Wikipedia]

Comunque, indipendentemente dall'origine, siamo sicuri che questo dolce vi delizierà a tutte le latitudini e longitudini, dall'isola di Lampedusa fino al comune di Predoi, da Otranto fino a Bardonecchia, e ovunque esclamerete: ma è già fnita???







Facile



Ingredienti:

170 g di farina
170 g di zucchero
125 g di burro
3 uova
8 g di lievito
la buccia di 1 limone grattugiata
circa 20 g di pinoli
circa 40 g di mandorle a scaglie

uno stampo del diametro di 26 cm



Procedimento:

Montate a lungo le uova con lo zucchero con un robot da cucina o uno sbattitore elettrico (per circa 10 - 15 minuti) finché diventeranno una massa gonfia e spumosa, giallo chiaro.
Nel frattempo fate sciogliere a bagnomaria* il burro e lasciatelo raffreddare.
Unite poi la buccia di limone grattugiata e, poco alla volta, la farina setacciata col lievito alternandola al burro.
Foderate con la carta forno una teglia del diametro di 26 cm. (In alternativa potete imburrare e infarinare lo stampo oppure sminuzzare un po' di mandorle nel mixer insieme a un cucchiaio di farina e usare questo mix per cospargere lo stampo ben imburrato)
Versate poi l'impasto nella teglia e distribuite sulla superficie le mandorle a scaglie e i pinoli.
Infornate a 175° C per circa 35 minuti.


* Questo sistema di scaldare, in un recipiente entro un altro pieno d'acqua bollente, prende il nome dalla leggendaria alchimista Maria l'Ebrea, secondo una tradizione araba, sorella di Aronne. Metodo già noto a Zosimo nel V secolo d.C.

Da "La Cucina Toscana" di Giovanni Righi Parenti

8 commenti:

  1. CHE DELIZIA, MI STA VENENDO L'ACQUOLINA IN BOCCA, E' TARDI SE VENGO ORA A MANGIARLA CON TE PER MERENDA?????BRAVA!!!!BACI SABRY

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  2. Bravissima e complimenti anche per gli approfondimenti. !

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    1. Meno male che l'hai detto perché si stava già risentendo! :D
      I testi e gli approfondimenti sono quasi sempre suoi ed è tutta una collaborazione qui :)
      Grazie Emanuela! Un abbraccio forte e a presto!

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  3. Semplicemente deliziosa,da provare,qualsiasi sia la sua origine è davvero una torta che stupisce,bravissima ai pratesi e ai mantovani,per non far torto a nessuno,buon lunedì

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  4. Ciao, è perfetta la tua mantovana. Quando ero piccola era uno dei miei dolci preferiti, non la mangio da anni, proverò a farla con la tua ricetta. A presto!

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  5. che bella e che buona! anch'io quando postai la ricetta un bel po' di tempo fà feci ricerche sulle origini...
    è fantastica, veloce e ..mi porta in mente tanti bei ricordi...
    buona giornata

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